
Malta colorata e facciavista: dare un tono alle facciate in mattoni
La malta colorata, combinata con la scelta del mattone e il tipo di lavorazioni, dà infinite possibilità al disegno facciavista. Vediamo alcuni esempi.
Il colore naturale (e tradizionale) della malta è il grigio. È la tonalità restituita dalla mescolanza dei suoi tre componenti principali: legante, materiale inerte (sabbia) e acqua d’impasto.
Con l’aggiunta di un colorante naturale nell’impasto, la malta per facciavista può essere colorata a piacimento, in un’ampia varietà di toni. Ed è una richiesta che riceviamo sempre più spesso dagli architetti.
Infatti la malta colorata amplia le possibilità estetiche delle trame sia con effetti di omogeneità rispetto al colore del mattone e sia, all’opposto, per ottenere un netto stacco cromatico fra mattoni e fughe.

campionario di colorazioni delle malte Ferri (ferrimix.it)
Questa scelta cromatica completa l’ideale terna di elementi variabili, che combinati insieme connotano l’estetica della facciata in mattoni:
- colore e tipo di mattone
- tonalità della malta
- stilatura delle fughe
Si aggiungono poi le scelte legate a posa e tessitura: sia dal punto di vista del disegno bidimensionale, sia con il gioco di volumi, giaciture, vuoti e pieni (disegno tridimensionale). A questo punto, le possibilità di resa estetica diventano pressoché infinite.
Ma vediamo alcuni esempi tratti dalla nostra esperienza diretta, partendo dall’architetto che ha fatto della malta colorata uno dei sui segni distintivi.
Mario Botta ricerca spesso l’omocromia di mattone e malta, che in questo modo danno vita a una campitura dal colore perfettamente omogeneo. L’omogeneità è poi scompensata dal ribassamento delle fughe, che Botta predilige più profonde e incise rispetto alla norma. In questo modo, lo “stacco” della fuga rispetto al mattone non è ottenuto con il colore, ma con i volumi e le ombre. Non a caso, sempre a proposito di volumi, luci e ombre, una tessitura cara a Botta è quella con giaciture alternate in sporgenza, che a ben vedere creano quasi delle macro-fughe orizzontali.
Lo stesso concetto (malta colorata e fuga ribassata) è applicato dall’architetto anche quando il materiale non è il mattone, ma la pietra – in questo caso, pietra di travertino.
L’omocromia di malta e mattone è scelta anche dall’architetto Carmelo Maugeri, nella nuova sede amministrativa del Palazzo di Giustizia di Milano – caratterizzato dalla peculiare convivenza di materiali diversi.
Nell’International School of Milan realizzata a Garbagnate, l’omocromia malta-mattone rivela invece intenzioni diverse. La tonalità accesa del rosso, insieme a una fuga non ribassata e all’assenza di giochi volumetrici (e dunque, di effetti di luce e ombra), crea una cortina tanto vivace quanto uniforme. Soprattutto a distanza, l’effetto è volutamente artificioso: il rivestimento può addirittura ribaltarsi in un paradossale trompe-l’œil, dove il facciavista sembra una facciata continua.
Al contrario, per i punti vendita di un noto marchio della grande distribuzione la colorazione delle malta serve a ottenere il risultato opposto. Il bianco dell’impasto stacca con decisione il profilo dei mattoni, spostando l’attenzione sul reticolo della tessitura, che contrasta il tono tradizionale del mattone sabbiato ed evidenzia la precisione delle fughe (che in questo tipo di soluzione devono essere impeccabili, per valorizzare le geometrie).
Nel centro Italia, alcuni punti vendita sono invece caratterizzati da tutt’altra combinazione: tavella romana al posto del mattone, e malta rosata che ne richiama il colore. L’effetto è molto diverso.
Nella Trilogia Navile di Cino Zucchi, a Bologna, abbiamo addirittura usato diversi colori di malta: ognuno di essi corrisponde al colore dei mattoni che a loro volta compongono i “quadranti” di facciata. Soluzione tutt’altro che facile dal punto di vista tecnico – e della gestione del flusso di lavoro in cantiere.
Per converso, ecco un esempio di tutt’altro registro rispetto a quelli precedenti: qui ci hanno chiesto di combinare i tre elementi estetici (mattone, malta, stilatura) per dare vita a un effetto antico e manierato, una citazione rinascimentale. È il labirinto di Fontanellato, dove la malta è rigorosamente al naturale, e le fughe non sono nemmeno stilate.
Infine, un appunto tecnico (e pratico), di cantiere.
Nel caso di malte colorate è necessario porre ancora più attenzione all’omogeneità delle forniture: se forniture diverse hanno differenze anche minime di tonalità, questa differenza è amplificata dall’estensione della facciata, con spiacevoli e antiestetici “macchie”.
Per questo, soprattutto nel caso interventi molto estesi è consigliabile utilizzare un silos di malta premiscelata, piuttosto che avventurarsi nella miscelatura in cantiere.
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