Labirinto della Masone. L’uso neoclassico del mattone a vista
Gli edifici interni al Labirinto della Masone di Fontanellato, vicino a Parma, rappresentano un'opera architettonica unica nel suo genere. Unicità che si riflette anche sul mattone.
Gli edifici interni al Labirinto della Masone di Fontanellato, vicino a Parma, rappresentano un’opera architettonica unica nel suo genere. Innanzitutto, per il contesto. Gli edifici sono stati disegnati da Carlo Maria Bontempi all’interno del labirinto culturale ideato da Carlo Maria Ricci: «il più grande labirinto esistente, composto interamente di piante di bambù (in totale sono circa 200 mila), alte tra i 30 centimetri e i 15 metri, appartenenti a venti specie diverse.
Un percorso in cui inoltrarsi e perdersi, per fantasticare e riflettere (labirintofrancomariaricci.it)».
Gli edifici interni, a partire dall’iconica piramide centrale, «sono ispirati alle utopie architettoniche neoclassiche di Boullée, Lequeu, Ledoux e Antolini».
Premesse così originali non potevano che tramutarsi in manufatti dove l’uso del mattone a vista è altrettanto eccezionale: una realizzazione definita sia dall’elemento materiale dei mattoni (mattoni speciali, di forme non convenzionali), sia la perizia tecnica necessaria per l’esecuzione della loro posa. Un richiamo alla tradizione artigianale della posa, che a ben vedere completa la citazione di scenari idealmente classici: fino al dettaglio – anche questo molto inconsueto – delle fughe senza stilatura, che danno vita a un effetto antico e manierato.
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